Lavorare in sicurezza rappresenta un diritto imprescindibile di ogni lavoratore. Tuttavia, anche nei luoghi di lavoro più sicuri può accadere che un dipendente sia vittima di un infortunio. Ma, esattamente, cosa si intende per infortunio sul lavoro? E come bisogna comportarsi nel caso accada questo tipo di incidente? Ecco una breve guida per fare chiarezza in merito.
Cos’è l’infortunio sul lavoro
Il rischio che i dipendenti possano farsi male durante l’attività lavorativa è stato preso in considerazione dalle aziende fin dagli albori della moderna era industriale. Era il 1898, infatti, quando fu promulgata la legge n°80 del 17 marzo, che disciplinava la necessità di un’assicurazione sociale dedicata proprio agli infortuni sul lavoro. La legge fu poi resa definitiva nel Testo Unico redatto nel 1965, in cui erano contenute nel dettaglio le disposizioni relative all’assicurazione obbligatoria.
Per rispondere alla domanda “cosa si intende per infortunio sul lavoro” questa premessa giuridica era senz’altro necessaria: nel sopracitato Testo Unico, infatti, benché non venga espressa una definizione di natura normativa dell’infortunio sul lavoro, viene sottolineato che, tramite questa espressione, si indica un infortunio avvenuto per causa violenta proprio durante lo svolgimento delle mansioni professionali, che comporta un periodo di astensione dal lavoro per più di tre giorni.
Quando si parla di “causa violenta” ci si riferisce a un avvenimento repentino, che avviene in modo tanto improvviso quanto inaspettato e che compromette l’integrità del lavoratore sul piano psico-fisico. Per fare un esempio concreto, all’interno di una fabbrica un lavoratore può essere vittima di un infortunio, cioè di un evento nefasto, a causa di un improvviso sforzo muscolare. La causa violenta riguarda dunque tutto ciò che può influire negativamente sulla possibilità che si verifichi un evento nefasto.
È fondamentale, proprio per questo, il rapporto causa-effetto tra il verificarsi dell’infortunio e lo svolgimento dell’attività lavorativa. L’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), l’ente previdenziale preposto all’indennizzo dei lavoratori che sono vittima di infortuni sul lavoro, infatti, precisa che al lavoratore che ha subito un infortunio in un momento in cui non stava lavorando, non verrà riconosciuto alcun indennizzo, così come se l’infortunio è stato simulato oppure aggravato per opera del lavoratore stesso.
L’unica eccezione è il cosiddetto infortunio in itinere, introdotto dal Decreto Legislativo n.38 del 2000: il lavoratore ha diritto alla copertura anche nel caso di un incidente nel corso del tragitto da casa al lavoro e dal lavoro a casa, a patto non ci sia stata alcuna interruzione o deviazione rispetto alla norma.
Come funziona l’infortunio sul lavoro
Il verificarsi di un infortunio sul lavoro mette in moto una macchina in cui sono coinvolte più figure: il lavoratore, il datore di lavoro, il personale medico e l’INAIL.
Nello specifico, per capire come funziona l’infortunio sul lavoro, è necessario considerare tutti i passaggi da compiere dal momento in cui accade l’evento.
- Il lavoratore vittima di infortunio è tenuto a informare il medico (se presente, quello aziendale, altrimenti quello condotto) e ricevere le cure necessarie. Successivamente, il lavoratore ha l’onere di comunicare l’accaduto al proprio datore di lavoro, presentando contestualmente un certificato medico;
- Il datore di lavoro, una volta appreso l’accaduto, deve denunciarlo all’INAIL entro e non oltre due giorni dal momento in cui il lavoratore ha comunicato la notizia dell’infortunio e presentato il relativo certificato medico;
- Il medico, dopo aver soccorso il lavoratore vittima di infortunio, ha il dovere di redigere un certificato medico e trasmetterlo all’INAIL in via telematica.
È importantissimo che tutte le parti seguano l’iter correttamente, altrimenti il datore di lavoro incorrerà in sanzioni amministrative e il lavoratore rischia di non ricevere l’indennità che gli spetta. Infatti, l’INAIL e il datore di lavoro sono tenuti a pagare il lavoratore infortunato.
Il datore di lavoro è tenuto a erogare il 100% della retribuzione del lavoratore il giorno dell’infortunio e il 60% nei tre giorni successivi. Dal quarto giorno, invece, entra in gioco l’INAIL: l’indennità, in questo caso, sarà pari al 60% della retribuzione del lavoratore fino al novantesimo giorno e al 75% dal novantesimo giorno e fino al momento della guarigione definitiva.
La differenza tra comunicazione di infortunio e denuncia di infortunio
La denuncia di infortunio scatta nel momento in cui i giorni di prognosi indicati sul certificato medico sono superiori a tre; in caso contrario – cioè se la prognosi si attesta da uno a tre giorni – si parla di “comunicazione di infortunio”. Anche in questo frangente, tuttavia, è obbligatorio informare ufficialmente i soggetti preposti circa l’accaduto, in quanto ogni incidente – anche se trascurabile – è rilevante ai fini delle statistiche nazionali, per intensificare gli sforzi volti alla prevenzione del rischio sul luogo di lavoro.